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Una piattaforma dedicata a nuovi talenti che operano nel campo delle arti visive, selezionati e presentati in mostre, installazioni, video proiezioni e performance.
A cura dell’Ass. Cultura e immagine e Savignano Immagini
/ar.té.fi.ce /ar.ti.fì.cio
 
Dall'artefice all'artificio Geniali costruttori di bellezza.
Ricercatori di nuove epifanie.
Artificieri disarmati e disarmanti si espongono, si dichiarano; per fedeltà letteraria (artificio retorico) usano parole, suoni, immagini non comuni.
Il significato non esplicito crea e stupisce.
La vera bellezza interroga e non sempre dà risposte.
 
Mostre fotografiche, installazioni, performance, videoproiezioni… sezione libera e indipendente, riferimento per giovani autori che propongono inediti percorsi visuali. A cura di Giulia Marchi, Tomas Maggioli Giuseppe Pazzaglia e Mario Beltrambini Organizzato dalle Associazioni Cultura e Immagine e Savignano Immagini
 
AUTORI PARTECIPANTI
Alessandra Calò (Italia) Fotoscopia (installazione)
Olivia Marani (Italia) Sans Debit (Fotografia)
Andrea Foligni (Italia) Carbonato Apuano (Fotografia e video)
Sofia Lenzi (Italia) SCARS – Le ferite passano, le cicatrici restano (Installazione)
Saeed Rezvanian e Farzaneh Radmehr (Iran) Echoes (Fotografia)
Gilda Sancisi (Italia) Encounter (Performance)
Con.Tatto Francesca Leoni & Davide Mastrangelo (Italia) Ins (h) ide (Video)
 
DALL’ARCHIVIO MARCO PESARESI - SAVIGNANO SUL RUBICONE
Marco Pesaresi LA FOTOGRAFIA ADDOSSO
Fotoscopia” evoca la capacità dell’uomo di indagare lo spazio insondabile, celebrando il mistero della vita e il commovente desiderio di proteggerla. Alessandra Calò si è calata nelle “viscere” di un ospedale italiano a caccia di reperti dal valore estetico, scelti fra migliaia di misteriose rivelazioni di salute e malattia. Nelle lastre di vetro che compongono l’opera trovano posto le topografie d’archivio, gli schizzi esegetici dei dottori, gli screening mammografici e perfino i pesci rossi della sala d’attesa del reparto di radioterapia.
Catturate in prevalenza con l’ausilio dell’iphoneography ma stampate su vetro con metodi antichi, le immagini di Alessandra Calò non accettano di rappresentare la realtà nei limiti della distanza digitale. Piuttosto tornano indietro nel tempo fino a recuperare il conforto del tatto, l’affabilità di una tecnica sapiente come quella del medico che comprende al tocco.
L’ospedale è un corpo fatto di tantissime vite, storie di uomini in prima linea o rimasti sempre dietro le quinte. In “Fotoscopia” il luogo di cura si manifesta in tutti gli aspetti, da creazione architettonica a struttura organizzata, da centro di ricerca a scenario di cambiamenti epocali. La ricerca dei materiali – condotta tra i reparti in decine di colloqui con medici, infermieri, tecnici e inservienti – ha seguito un approccio “domestico”, utile a rappresentare uno spazio dove la vita della comunità continua nei suoi ritmi quotidiani.
La natura dell’ospedale si rivela non soltanto negli elaborati programmi per ridurre il margine di errore nelle alte sfere della chirurgia, ma anche nei rigidi protocolli messi in atto per rendere infallibili attività ordinarie, come ad esempio la gestione degli impianti e il servizio di pulizia dei reparti.
A corredo dell’opera, un ulteriore livello di lettura è rappresentato dal libro d’artista “Fotoscopia”. Attraversando la struttura in lungo in largo insieme alla scrittrice Irene Russo, l’artista ha raccolto suggestioni molto varie: dall’aneddoto alla spiegazione scientifica, dall’esperienza professionale a frammenti personali. Nell’intricato labirinto dell’ospedale sono emersi episodi indimenticabili, immagini dove la scienza medica mostra la sua più grande bellezza. Racconti che hanno un significato universale, oltre la storia dell’istituzione e dentro la vicenda degli individui.
Parzialmente tratto dal catalogo: Fotografia Europea. Effetto Terra, Silvana Editoriale, Milano 2015

SANS DEBIT di Olivia Marani, consiste in un corpus narrativo di disegni iperrealistici che "riproducono" foto erotiche commerciali dei primi decenni del novecento riflettendo sul concetto di errore nella fotografia ovvero sui criteri di valutazione del fallimento nonché sulla crescente ambiguità e trasversalità tra i diversi linguaggi contemporanei.
Olivia Marani nasce a Cesena nel 1978, dove attualmente vive e lavora. Nel 2007 si diploma presso il dipartimento di Pittura dell’Accademia delle Belle Arti di Bologna, successivamente nel 2012 frequenta il corso di Fotografia analogica e digitale presso il cfp Bauer di Milano; da quel momento in poi incentra la sua ricerca prettamente sul corpo; una ricerca per la quale si avvale di linguaggi e supporti tecnici intesi ad indurre una dialettica tra pittura, disegno e fotografia.

carbonatoapuano
Alpi Apuane, Toscana.
Ambiente unico al mondo per le sue peculiarità idrogeologiche,
botaniche e paesaggistiche.
Dalle cave di marmo ogni anno partono 5 milioni di tonnellate
di montagna, destinati solo in minima parte all'uso lapideo,
ornamentale o statuario.
Circa l' 80% è infatti costituito da scaglie e detriti, in larga parte
impiegati nella produzione di carbonato di calcio che per le sue
proprietà - ad un costo relativamente basso - ha un vasto utilizzo
in prodotti che tutti usiamo quotidianamente: edilizia, industria
farmaceutica, cosmetica e alimentare, dentifrici, vernici, colle,
detersivi, gomma, vetro, solo per fare qualche esempio.
In nome del mercato ogni giorno aumenta l'impatto ambientale
e il paesaggio subisce trasformazioni irreversibili.
L'ennesimo scempio, emblema delle criticità ambientali del
nostro Paese, destinato a finire - se non si avranno visioni più
ampie che permettano di cambiare rotta - solo quando la
montagna sarà esaurita. Insieme a tutto il resto.
Andrea Foligni

Sofia Lenzi / Installazione

SCARS – “Le ferite passano, le cicatrici restano”

Sono Sofia e ho solo 22 anni, ma di cose ne sono accadute nella mia vita, tanta amarezza e pianti, ma è grazie a tutto questo che ora posso sentirmi fiera di me stessa.
In questo progetto, parlo di me, della mia vita, una vita segnata da ferite che si sono rimarginate e da cicatrici che porto ancora sulla mia pelle. Parlo delle mie dieci cicatrici, quelle che mi hanno resa la persona che sono oggi, quelle che mi hanno cambiato nel corso degli anni, che mi fanno reagire in modo differente dagli altri rispetto ciò che mi accade intorno. Inizio a raccontarmi dal primo ricordo fino allo scorso anno quando, dopo l’ennesima delusione, ho capito che dovevo anteporre me stessa rispetto tutto e tutti. Poi un giorno una frase “arrivi ad un punto in cui devi tirarti su, smettere di commiserarti e iniziare a vivere”. Quel giorno, è stato l’inizio della svolta, il giorno in cui tutto questo ha preso vita.
Nata a Cesena nel 1994, attualmente vive a Milano, ha conseguito la laurea in Fotografia allo IED dove non solo ho acquisito nozioni tecniche di fotografia, ma ho soprattutto individuato un suo personale stile artistico grazie al quale riesce a distinguersi, non solo per la presenza incessante e per lei necessaria del colore bianco, ma anche per la ricerca di linee pulite e geometriche.
www.behance.net/sofialenziph

ECHOES
Saeed Rezvanian e Farzaneh Radmehr sono due artisti iraniani con base a Tehran.
Lavorano principalmente con la fotografia e dalla loro collaborazione è nato il progetto “Echoes”, un raffinato lavoro sulla fragilità della memoria e l'importanza del ricordo sia storico che privato.
Nella serie vengono presentati alcuni tipi di piatti molto utilizzati in Iran tra il 1900 e il 1970 sui quali è intervenuta la mano del Band-zan, il riparatore di ceramiche, una figura in voga a in Iran fino ad un decennio fa. Il suo compito era di “rimettere assieme i cocci” tramite giunture di ferro applicate sul retro dell'oggetto. Ecco che in questo modo i frammenti del piatto non venivano gettati: ciò che si otteneva però era un oggetto che portava chiari segni del danneggiamento, rivelando tutta la sua fragilità ma rimanendo nostalgicamente familiare. Sopra i piatti sono state posizionate fotografie prese dal vecchio album di famiglia degli artisti e di loro amici, risalente allo stesso periodo dei piatti.
Qui oggetto e fotografia si fanno metafora del tempo che passa e dello sforzo umano ed imperfetto di “rimediare, ricucire, rattoppare” al fine di ricordare.
Le opere di Saeed e Farzaneh sono state esibite in vari paesi tra cui Korea, Canada, USA, Tailhandia, Serbia e Inghilterra.

ENCOUNTER / performance
ENCOUNTER_ L' incontro, il primo contatto, l’esercizio culturale che quotidianamente facciamo appena ci immergiamo nella società.
Tutto inizia dall’incontro, lo scambio di energia “0”.
La performance è realizzata con il sintetizzatore Etherwave Theremin.
L'artista aspetta il pubblico per incontrarsi.
Partendo dal concetto prossemico la serie #1/2/3 ENCOUNTER vuole esplorare i diversi flussi di energia che ci generano in relazione ai differenti luoghi in cui si innescano, alle persone che vi si incontrano e ai tempi in cui le azioni si sviluppano. Rendendo fruibile attraverso il Suono, l’ Energia che si crea dall’incontro in una dimensione di spazio condiviso.
C’è una forza immateriale, un’energia vitale che si genera dall'Incontro.
L'empatia, la sensazione di un forte collegamento interno con l'altro, generano una III parte Sacra, questa parte è l’essenza dell’opera.

CON.TATTO, Davide Mastrangelo, Francesca Leoni
Video: INS(h)IDE:
Titolo: INS(H)IDE
Durata (minuti/secondi): 3’09’’
Anno di produzione: 2011
Paese di produzione:Italia
Sinossi: Gli opposti che abitano dentro ognuno di noi e che vivono in eterna lotta. Questa e l’idiosincrasia dell’essere umano che cerca invano di tenere nascosta una parte di sé che invece vuole uscire e prendere il sopravvento.
Regia: Francesca Leoni

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