papere-2
Può l’immagine di un papero vestire i panni di un’opera d’arte? Tutti conosciamo quanto siano imprevedibili ed originali le scelte di pittori e scultori sulle tematiche e sul variegato spessore del registro di colori, forme e materiali scelti per realizzare un’opera d’arte. Nulla però nasce per caso: ogni opera traduce un percorso artistico fatto di studi e di scelte compatibili con la sensibilità dell’autore.
Il motore che spinge l’artista a realizzare l’opera nasce quasi sempre da motivazioni personali, cariche di simboli, in cui i vari elementi assumono, quasi sempre, valenze che hanno riferimenti mentali piuttosto che fisici e mettono in evidenza le ragioni intime dell’operazione pittorica o scultorea. I soggetti, presenti nell’esposizione ‘Vernice Art Fair’ di Forlì, sono paperi, ciascuno dei quali interpreta un movimento artistico o una personale visione della realtà. Tutto è nato, per questa serie di opere, dalla creazione di una scultura/ papero, realizzata con vari materiali ricoperti da un tessuto, un abito che distingue un papero dall’altro.
La creazione del ‘papero’ è venuta alla coppia Marina Bergamaschi e Stefano Silvestroni, proprietari di un vivaio alla Cava (Forlì), i quali hanno reso il papero simbolo della loro proposta artistica realizzandone varie copie, ciascuna vestita simbolicamente con abiti uno diverso dall’altro, e portate in giro durante gli eventi della città o di altri luoghi in occasione di mostre, fiere o mercati. Il papero diviene perciò il mezzo per interpretare vari personaggi arricchiti da opportuni abiti ed elementi dai precisi riferimenti metaforici.
Ad esempio c’è Papero Beuys (che in occasione della scorsa edizione di Documenta ha visitato Kassel), o Papera Abramovic, Papero Picasso, Papero Warhol, Papera Frida e tanti altri Paperi artisti e altri personaggi che indossano costumi da ufficiale, cuoco, fotografo, intellettuale, prete e tanto altro. Il tutto realizzato sempre secondo una visione allegra ed attrattiva. Sono paperi/personaggi che stimolano la fantasia, lo stupore e il sorriso. Questa allargata famiglia di paperi si apre, durante l’attuale mostra, ad altre dimensioni e ad altre varianti, in particolare a quelle relative alle proposte d’arte. Ad alcuni artisti è stato chiesto di decorare un papero con immagini relative al loro personale linguaggio artistico. Sono nati così paperi decorati con simboli di vario genere, senza poi escludere i linguaggi relativi all’arte contemporanea come segni e forme legati, ad esempio all’astrattismo, all’informale, alla metafisica e all’arte concettuale.
Una sfida che apre le porte a varie interpretazioni e a vari linguaggi perché l’arte non ha limiti o confini. La scommessa è stata accettata con dedizione ed impegno dai seguenti artisti: Mario Bert, Dino Sambiasi, Silvana Cardinale, Donato Larotonda, Barbara Spazzoli, Paolo Graziani, Nicola e Alfonso Vaccari, Pasquale Marzelli, Romano Buratti, Stefano Gattelli, Grota, Laura Ceccarelli, Yailen Manresa, Angeliki Drossaki, Delio Piccioni, David Ariel, Edipa, Giuseppe Bertolino, Maurizio Ceccarelli e Nadia Fanelli. Gli elementi scelti sono simboli in cui perfino il colore assume precisi riferimenti anche mentali, talora di intensità tonale sonora, altre volte spenta a seconda del taglio dell’immagine e della luce. I paperi dipinti dagli artisti sono stati realizzati per sostenere la ricerca oncologica dell’IRST Dino Amadori. Tutto il ricavato ottenuto dalla vendita delle opere sarà devoluto appunto all’IRST di Meldola.

Rosanna Ricci

Comments are closed.